I percorsi formativi svolti nell’ambito del “sistema duale”, promossi e realizzati su tutto il territorio nazionale dagli enti aderenti all’Associazione FORMA, rappresenta un ottima best-practice di WBL ed un ricco catalogo di esperienze specifiche su cui, negli ultimi tre anni, sono stati prodotti numerosi monitoraggi e studi che hanno messo in luce l’efficacia dei percorsi svolti e hanno evidenziato alcune importanti riflessioni.
In particolare, sono emersi 5 fattori cruciali per il successo di un percorso di formazione duale.
1. Una forte Alleanza
Il primo aspetto saliente riguarda la presenza di una forte alleanza tra il centro formativo e l’azienda, che porta entrambi i soggetti ad assumere un proprio specifico impegno. Da una parte, l’impresa (nella persona del tutor d’azienda) che si impegna a partecipare, non solo all’insegnamento delle competenze tecnico-professionali legate alla figura, ma anche alla fase di progettazione del corso e alla valutazione degli apprendimenti. Dall’altra, il centro di formazione professionale che si impegna a introdurre maggiori innovazioni nella propria organizzazione, sia sul piano delle strategie didattiche, sia su quello degli investimenti in nuovi spazi e ambienti destinati alla formazione pratica, con nuovi laboratori e attrezzature.
2. La scelta dell’azienda
Un secondo aspetto su cui si gioca la riuscita delle migliori sperimentazioni in modalità duale, riguarda le modalità con cui vengono individuate e selezionate le imprese, da parte del centro di formazione professionale. È infatti necessario verificare sia che nell’azienda scelta sia presente la maggior parte dei cicli produttivi necessari all’acquisizione delle competenze richieste dal profilo professionale proposto, sia che vi siano i presupposti necessari a costruire un ambiente educativo e formativo positivo all’inserimento e accoglienza dell’apprendista o del tirocinante.
3.Scambio di conoscenze
Un terzo fattore riguarda la capacità degli IFP di costruire costanti occasioni di scambio di pratiche e conoscenze tra i propri operatori, offrendo sia sessioni formali di formazione dei formatori, sia occasionali luoghi di confronto tra gli stessi, nell’intento di migliorare le strategie didattiche e le progettualità.
4. Condivisione di strumenti
Un quarto elemento è rappresentato dalla condivisione di strumenti per la pianificazione, la valutazione e il monitoraggio dei corsi (come per esempio il Piano formativo individuale – PFI) con l’obiettivo di permettere sia ai formatori che ai tutor aziendali di verificare quanto e come l’allievo/apprendista può acquisire le abilità previste dal profilo professionale, pianificando la formazione “mista”.
5. Skill matching
Altrettanto strategico per la riuscita del WBL, e ciò costituisce il quinto elemento strategico, risulta l’azione preliminare svolta dal CFP nel verificare e valutare le competenze in ingresso dal candidato apprendista (sulla base di evidenze prodotte o di altre forme di accertamento, come per esempio il colloquio) in relazione alla figura professionale di cui alla qualifica/diploma che intende conseguire, al fine di curare efficacemente l’inserimento in azienda, la definizione del piano formativo, l’eventuale riconoscimento dei crediti e, non da ultimo, la verifica sui progressi dell’apprendimento.
Fonte: Progetto Eduwork.net – Report “L’APPRENDIMENTO BASATO SUL LAVORO IN ITALIA” redatto da Irene Bertucci
Vedi l’articolo originale sul sito Eduwork.net