Il 20 febbraio 2019 è stato un giorno speciale per 1600 allievi delle 6 sedi del Ciofs fp Lazio, perché hanno avuto la grande opportunità d’incontrare Alessandro D’Avenia al Teatro Sistina di Roma. L’evento si è basato sulle riflessioni collegate al romanzo “Ciò che Inferno non è” che i ragazzi stanno leggendo all’interno di un percorso formativo più ampio che li ha portati non solo a leggere il libro, ma anche a “scoprire” la vita di don Pino Puglisi, prendere consapevolezza riguardo al grande problema della mafia, confrontarsi con tanti testimoni che hanno lottato contro la mafia ed infine comprendere che possono essi stessi, nel loro piccolo, contribuire a formare una mentalità di legalità nell’ambiente dove vivono.
L’incontro ha coinvolto emotivamente tutti i presenti e si è aperto con una breve rappresentazione di due allievi del Ciofs fp che hanno interpretato un dialogo tratto dal libro, in cui don Pino parla con Federico, il protagonista del libro, facendo emergere la sua capacità di proporre ai giovani una Speranza Viva pur nella sofferenza e nella rassegnazione causate dalla mafia.
In seguito Alessandro D’Avenia si è rivolto ai ragazzi sottolineando che ognuno di loro è “necessario al mondo”, come gli hanno insegnato due suoi professori del liceo: il suo insegnante di lettere e don Pino. Essi sono stati per lui dei veri “padri” che lo hanno “reso libero”, perché gli hanno mostrato la Bellezza e poi hanno lasciato che lui la rincorresse nella sua vita. Ha distinto, infatti, tra “padri che controllano” e padri che liberano: don Pino, con il suo modo di fare, “liberava” le persone, proponendo una vita “altra”, in cui ciascuno può accettare ed amare di sé luci ed ombre, purché diventino vie per migliorare. Questo faceva con i bambini ed i ragazzi di Brancaccio: proponeva un’alternativa al fare mafioso che voleva controllarli e possederli, per questo è stato ucciso don Pino, perché “portava i picciriddi con iddu”, togliendoli così alla mafia ed alla sua mentalità. Il sorriso di don Pino era talmente liberante che il suo uccisore, al quale egli ha sorriso prima di morire, è entrato nel cuore dell’assassino al punto da indurlo a pentirsi di tutto. Con don Pino, sul suo esempio è possibile una vita che punta in alto, che non si fa condizionare dalle ombre, che va avanti, senza ripiegarsi su difetti, paure e sensi di colpa.
Poi l’autore ha risposto con simpatia e partecipazione ad alcune domande che i ragazzi avevano scritto precedentemente in aula durante le varie attività di riflessione sul libro, tra cui la lettura condivisa. Infine alcuni allievi, in rappresentanza dei loro compagni hanno omaggiato l’autore di alcuni elaborati creativi realizzati durante lo svolgimento delle lezioni sul tema della lotta alla mafia.
I ragazzi, i formatori e tutto il personale presente hanno accolto con entusiasmo e coinvolgimento le parole di D’Avenia ed hanno concluso la mattinata guardando il film “Alla luce del sole” che ripercorre la vita di don Pino Puglisi.
Questo evento non è stato un punto di arrivo, ma un rilancio del cammino che prosegue in tutti i centri e continuerà tutto l’anno: i ragazzi stanno scrivendo le loro riflessioni dopo l’evento, e durante la lettura del libro che continuerà fine alla fine dell’anno scolastico. Sarà fatta una raccolta di tutte le riflessioni dei ragazzi. I lavori migliori, realizzati dagli allievi, saranno premiati il 24 maggio alla festa conclusiva dell’anno scolastico, che si terrò al Divino Amore di Roma.
È grande la riconoscenza per il Ciofs Fp Lazio, che ha organizzato l’evento, non senza difficoltà, donando a tutte le persone coinvolte una preziosa opportunità di crescita che rimarrà impressa nei ricordi e nel cuore.
L’incontro ha coinvolto emotivamente tutti i presenti e si è aperto con una breve rappresentazione di due allievi del Ciofs fp che hanno interpretato un dialogo tratto dal libro, in cui don Pino parla con Federico, il protagonista del libro, facendo emergere la sua capacità di proporre ai giovani una Speranza Viva pur nella sofferenza e nella rassegnazione causate dalla mafia.
In seguito Alessandro D’Avenia si è rivolto ai ragazzi sottolineando che ognuno di loro è “necessario al mondo”, come gli hanno insegnato due suoi professori del liceo: il suo insegnante di lettere e don Pino. Essi sono stati per lui dei veri “padri” che lo hanno “reso libero”, perché gli hanno mostrato la Bellezza e poi hanno lasciato che lui la rincorresse nella sua vita. Ha distinto, infatti, tra “padri che controllano” e padri che liberano: don Pino, con il suo modo di fare, “liberava” le persone, proponendo una vita “altra”, in cui ciascuno può accettare ed amare di sé luci ed ombre, purché diventino vie per migliorare. Questo faceva con i bambini ed i ragazzi di Brancaccio: proponeva un’alternativa al fare mafioso che voleva controllarli e possederli, per questo è stato ucciso don Pino, perché “portava i picciriddi con iddu”, togliendoli così alla mafia ed alla sua mentalità. Il sorriso di don Pino era talmente liberante che il suo uccisore, al quale egli ha sorriso prima di morire, è entrato nel cuore dell’assassino al punto da indurlo a pentirsi di tutto. Con don Pino, sul suo esempio è possibile una vita che punta in alto, che non si fa condizionare dalle ombre, che va avanti, senza ripiegarsi su difetti, paure e sensi di colpa.
Poi l’autore ha risposto con simpatia e partecipazione ad alcune domande che i ragazzi avevano scritto precedentemente in aula durante le varie attività di riflessione sul libro, tra cui la lettura condivisa. Infine alcuni allievi, in rappresentanza dei loro compagni hanno omaggiato l’autore di alcuni elaborati creativi realizzati durante lo svolgimento delle lezioni sul tema della lotta alla mafia.
I ragazzi, i formatori e tutto il personale presente hanno accolto con entusiasmo e coinvolgimento le parole di D’Avenia ed hanno concluso la mattinata guardando il film “Alla luce del sole” che ripercorre la vita di don Pino Puglisi.
Questo evento non è stato un punto di arrivo, ma un rilancio del cammino che prosegue in tutti i centri e continuerà tutto l’anno: i ragazzi stanno scrivendo le loro riflessioni dopo l’evento, e durante la lettura del libro che continuerà fine alla fine dell’anno scolastico. Sarà fatta una raccolta di tutte le riflessioni dei ragazzi. I lavori migliori, realizzati dagli allievi, saranno premiati il 24 maggio alla festa conclusiva dell’anno scolastico, che si terrò al Divino Amore di Roma.
È grande la riconoscenza per il Ciofs Fp Lazio, che ha organizzato l’evento, non senza difficoltà, donando a tutte le persone coinvolte una preziosa opportunità di crescita che rimarrà impressa nei ricordi e nel cuore.
- Condividere i punti di forza e punti di debolezza delle nostre realtà, individuando le azioni prioritarie per agire verso decisori e stakeholder.
- Ipotizzare le scelte più urgenti perché la IeFP diventi sempre più competitiva.
- Coinvolgere altri attori del territorio al fine di elevare la “reputazione della Formazione Professionale”.
Formatore Ciofs fp Lazio Alessia Ventresca
Ecco che cosa ha scritto Alessandro D’Avenia nella sua pagina Facebook subito dopo l’evento:
”Una mattina che ricorderò finché campo. Grazie agli insegnanti, ai ragazzi, agli organizzatori del sei CFP del Lazio (Togliatti, Morrone, Ginori, Ladospoli, Ostia, Colleferro) venuti a riempire il Sistina a Roma per “Ciò che inferno non è”. Grazie per i regali che mi avete fatto: la recitazione, i progetti grafici, la foto ricordo. Ma soprattutto grazie per il vostro entusiasmo e per il vostro silenzio, per le vostre urla e per i vostri applausi, per le vostre domande e per la lettura appassionata del libro (quasi tutti 😂). Una classe di 1600 ragazzi è possibile se tutti sono impegnati nella stessa ricerca, tutto diventa un a tu per tu. Tutto merito di 3P e della sua storia. I Ciofs fp sono un’eccellenza nella formazione umana e professionale dei ragazzi. Un caro saluto anche a chi non c’era perché impegnato nel lavoro o negli stage. “
”Una mattina che ricorderò finché campo. Grazie agli insegnanti, ai ragazzi, agli organizzatori del sei CFP del Lazio (Togliatti, Morrone, Ginori, Ladospoli, Ostia, Colleferro) venuti a riempire il Sistina a Roma per “Ciò che inferno non è”. Grazie per i regali che mi avete fatto: la recitazione, i progetti grafici, la foto ricordo. Ma soprattutto grazie per il vostro entusiasmo e per il vostro silenzio, per le vostre urla e per i vostri applausi, per le vostre domande e per la lettura appassionata del libro (quasi tutti 😂). Una classe di 1600 ragazzi è possibile se tutti sono impegnati nella stessa ricerca, tutto diventa un a tu per tu. Tutto merito di 3P e della sua storia. I Ciofs fp sono un’eccellenza nella formazione umana e professionale dei ragazzi. Un caro saluto anche a chi non c’era perché impegnato nel lavoro o negli stage. “
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