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  • Ministro Calderone lei ha avuto un ruolo centrale nella definizione del DDL che sta portando in perfetta parità la Formazione Professionale con gli altri istituti di Formazione Superiore presenti nell’ordinamento scolastico del nostro Paese. Dal suo punto di vista, quali sono i punti più qualificanti per l’Istruzione e Formazione Professionale?

 

In un momento come questo caratterizzato da un mercato occupazionale sempre più dinamico e influenzato dal mismatch tra domanda e offerta di lavoro, l’Istruzione e la Formazione Professionale (IeFP) può assolvere una funzione determinante per l’acquisizione delle competenze richieste dall’attuale sistema produttivo e per garantire la piena realizzazione umana e personale dei nostri giovani. Uno strumento dall’alta valenza formativa che mette in connessione istruzione, formazione e lavoro attraverso percorsi volti ad accompagnare le aspirazioni di ragazze e ragazzi consentendo loro di svolgere attività formativa in contesti produttivi, con prevalenza di didattica esperienziale e laboratoriale, esaltando la funzione educativa del lavoro. Percorsi che costituiscono un vero e proprio ‘ponte’ tra esperienze, territorio e mondo produttivo.

L’approvazione del DDL di riforma dell’istruzione tecnico-professionale è fondamentale perché vuole dare sostanza a tutto questo, partendo proprio dalla pari dignità tra percorsi scolastici statali e percorsi di IeFP di competenza regionale.

Oltre ad avere previsto che gli enti storici della IeFP possano fare parte di filiere tecnologico-professionali assieme a scuole tecniche e professionali statali, a me piace sottolineare che con l’approvazione di questo DDL gli studenti potranno direttamente accedere ai percorsi di formazione terziaria superiore degli Istituti Tecnologici Superiori – gli ITS Academy – con il solo conseguimento del diploma professionale quadriennale regionale. In alternativa all’accesso diretto agli ITS, gli stessi studenti dei percorsi IeFP potranno accedere direttamente all’esame di stato, senza sostenere l’ordinario esame preliminare, per poi andare anche negli altri percorsi di formazione terziaria delle Università.

Ecco, per me questa è la pari dignità praticata e non solo invocata.

 

  • Durante l’evento di lancio del Seminario Europa (Non Uno di meno – Formazione professionalizzante: un diritto di tutti Taranto 12, 13 ottobre) avvenuta alla Camera dei Deputati, ha voluto sottolineare, con forza, come la Formazione Professionale sia la ‘politica attiva’ più importante e efficace sul campo. E questo anche per contrastare la ‘piaga’ dell’abbandono scolastico. Un tema fondamentale per lo sviluppo non solo del Mezzogiorno di tutto il Paese.

 

Credo fermamente che la IeFP e la Formazione Professionale rappresentino una misura di politica attiva che può fare la differenza e che può ricondurre le persone al lavoro riconoscendone valore e piena dignità. Ogni giorno il mio impegno e quello del Governo è di poter facilitare il più possibile questi percorsi. È una sfida complessa che richiede l’impegno di tutti soprattutto per potenziare a tutti i livelli e su tutto il territorio nazionale un sistema saldo e diffuso in ogni regione – soprattutto nel Mezzogiorno – e che metta fine alla povertà educativa e all’abbandono scolastico. È in questo contesto che l’Istruzione e la Formazione Professionale rappresenta la risposta più potente. Per le sue caratteristiche di prossimità coi contesti produttivi, essa assolve una funzione di prevenzione del rischio di disoccupazione giovanile. È facile capire come puntare sui nostri giovani vuol dire puntare non solo sul loro futuro ma sul futuro dell’intero Paese per crescere in termini di produttività e competitività.

 

  • L’Unione Europea ha dedicato quest’anno al tema delle competenze. Cosa serve al nostro Paese per raggiungerli.

 

Nell’ottica dei grandi cambiamenti del nostro mondo sociale e produttivo che passa dalla digitalizzazione allo sviluppo delle nuove tecnologie, dalla sostenibilità alla transizione ecologica serve che formazione e competenze corrano insieme. È indispensabile che le imprese e il mondo della formazione ‘parlino la stessa lingua’ e che le competenze richieste siano sempre più coerenti a quelle disponibili. Dobbiamo guardare ai processi innovativi in corso per formare le figure professionali di cui c’è bisogno. La sinergia tra formazione, competenze, istituzioni, imprese e tutti gli attori del mercato del lavoro possono dare risposte concrete alle sfide in atto. Investire sulle competenze significa superare le carenze di manodopera e diventare protagonisti delle transizioni in corso. Significa anche finalizzare la formazione per renderne più apprezzabili gli esiti in funzione di placement lavorativo o di aggiornamento continuo dei lavoratori che si trovano ad affrontare incisive transizioni come quella green e quella digitale.

 

  • Il dibattito nel Paese è sempre più aperto in merito alle ‘politiche attive’ del lavoro soprattutto in un momento in cui la ‘formazione’ sta diventando cardine del provvedimento che ha sostituito il cosiddetto ‘reddito di cittadinanza’. A che punto è la situazione? E che ruolo stanno avendo gli enti di Formazione Professionale.

 

Con le nuove misure di inclusione sociale e lavorativa abbiamo preso un impegno: quello da un lato di non lasciare indietro le persone più fragili e dall’altro stimolare la crescita professionale proprio a partire dalla formazione e la riqualificazione professionale. Superare le logiche dei sussidi per sviluppare un sistema più strutturato dove la persona e il suo lavoro sono al centro. L’accompagnamento al lavoro, l’inclusione lavorativa, l’orientamento, gli investimenti formativi fanno parte di questa strategia che stiamo mettendo in atto. Abbiamo voluto creare uno strumento che mettesse in rete Regioni, Ministero del Lavoro, Inps e Agenzie per il lavoro. In questo momento, dopo un mese dall’avvio, la piattaforma sul supporto formazione e lavoro ha accolto oltre 85mila domande. Sul fronte dell’offerta, nella piattaforma SIISL sono stati inseriti corsi di formazione per circa 700mila posti.

In questo contesto, gli enti storici della IeFP potranno svolgere un ruolo importante partendo da quello che mi è stato rappresentato proprio nell’incontro di luglio scorso, al Ministero, con tutte le responsabili regionali del CIOFS. Sono molto contenta che la missione storica del CIOFS sia stata estesa alle politiche attive del lavoro, dimostrando di saper seguire le richieste della contemporaneità, come raccomandava Don Bosco.