“Dobbiamo riportare nelle scuole e quindi nella società la cultura del rispetto delle regole e del rispetto verso tutte le persone. Questo riporta poi a mettere al centro la persona come vuole, del resto, la nostra Costituzione. Al centro quindi la persona dello studente. La scuola deve tornare così ad essere un luogo di serenità Dico L‘educazione è cosa d’amore che presuppone questo volersi prender cura del destino e, quindi, del talento di ogni ragazzo e di ogni ragazza”.
“L’avvio di un nuovo anno scolastico, è un po’ come la storia di una lucerna che ha dentro dell’olio che attende solamente lo zolfanello per essere accesa. Il compito di scuola e docenti è straordinariamente avvincente e importante: è proprio quello di accendere lo zolfanello ma anche di saper individuare quell’olio. Questa è anche la riforma del merito che io intendo, a differenza di altri, intesa come valorizzazione dei talenti. La prima lotta alla dispersione scolastica passa proprio dalla capacità della scuola di motivare i giovani”. Lo ha detto il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara in visita al centro delCIOFS-FP Lazio ETS di Ostia.
“Le scuole vostre professionali vostre sono straordinariamente belle e importanti”, ha proseguito il Ministro. Ho visto la capacità di accendere la passione. Individuare queste abilità, queste potenzialità e di coinvolgere i giovani e di farli sentire amati. Coinvolti in un ambiente sereno”. professionalizzante, un diritto di tutti’
“Ho voluto fare visita a questo Centro Professionale perché credo molto in questa integrazione. La Formazione è stata invitata, per la prima volta all’inaugurazione dell’anno scolastico perché io credo molto in questa sintesi della scuola pubblica. È scuola pubblica anche la paritaria, ma è scuola pubblica tutta la formazione professionale insieme con l’istruzione tecnica con il ruolo dei docenti”.
“Non c’é un unico modello di intelligenza, ma ci sono tanti modelli di intelligenza e quella pratica è non meno importante dell’intelligenza teorica. Ed è per questo che la scuola deve avere il coraggio di valorizzare tutte le intelligenze. C’è qui la centralità del lavoro, ed è proprio nel lavoro che un ragazzo si realizza ed è ‘per’ e ‘con’ il lavoro che una scuola adempie l’altra metà del suo compito. Perché se la prima metà è quella della libertà di rendere un cittadino adulto maturo e responsabile, quindi libero da qualsiasi condizionamento e quindi pieno e ricco di valori: l’altra metà è quella di garantirgli un percorso professionale e le basi perché possa avere, nella vita, una posizione coerente con i suoi sogni, con le sue aspirazioni, ma soprattutto con i suoi talenti”, ha detto ancora Valditara.